Il corpo è una macchina?
L’avrai sentita anche tu, questa frase, forse l’hai persino usata: il nostro corpo è una macchina perfetta; il cuore è il motore, il cervello è il computer…
Quando si parla di corpo, la metafora della macchina sembra persino sensata.
Ma non è corretta, e ti spiego subito perché.
La macchina è un insieme di parti disconnesse, assemblate apposta per funzionare in un certo modo.
L’immagine del corpo come macchina deriva principalmente da un approccio meccanico all’anatomia, nato nell’era industriale, e influenzato da quello che allora era l’avanguardia della tecnica: le macchine a vapore, i motori, gli orologi.
Quell’immagine ci porta a pensare al nostro corpo come una una lista di parti, magari danneggiate e da riparare (“ho il mal di schiena nella zona lombare”, “ho un problema al piede destro”, “ho le spalle curve”, ecc.).
Il tessuto connettivo: un sistema interconnesso
Nel frattempo, però, la comprensione del corpo umano si è evoluta. È ormai chiaro che il nostro corpo è un sistema interconnesso, con un tessuto connettivo che pervade completamente la sua struttura.
Il tessuto connettivo è anzi una delle scoperte più importanti, e al momento è terreno di ricerca in tutto il mondo. Mentre i più importanti atlanti di anatomia risalgono al XVI secolo, quelli sul tessuto connettivo sono arrivati solo nel XXI secolo.
Questo tessuto, fondamentale per i trattamenti rolfing, ha differenti nomi in base alla funzione e alla posizione: tendini, legamenti, la parte esterna delle ossa, la fascia che avvolge i muscoli, gli organi e persino il sistema circolatorio e i nervi, sono tutti tessuti connettivi.
Si tratta di un vero e proprio sistema di comunicazione… un po’ come internet: una rete in cui ogni parte è connessa alle altre, e con tutte le altre comunica.
Per questo, non ha più senso parlare di parti, ma di un insieme.
Le implicazioni sul tuo corpo
Per esempio, durante l’inspirazione, tutto questo tessuto si muove e si adatta. E dico tutto, perché attraverso di esso i segnali bioelettrici viaggiano dal torace fino alle caviglie.
E questo solo quando respiriamo!
Pensa quante implicazioni può avere sulla postura.
Quando manteniamo una postura chiusa per lungo tempo, il tessuto connettivo produce più fibre di collagene, una sostanza estremamente resistente. Il tessuto connettivo, in realtà, fa solo il suo lavoro: stabilizza quella postura per evitare di continuare a mantenere attivi inutilmente i muscoli e i nervi.
Il problema, quindi, non è più solo di un specifico muscolo o osso, bensì di un’area più vasta: l’insieme di tessuti che il collagene avrà provveduto a incollare.
Ma non è finita qui: siccome questa rete connette tra loro tutte le aree del corpo, le conseguenze di questa rigidità si ripercuotono su tutta la struttura.
Per questo, la metafora del corpo come macchina, non solo non funziona, ma può anche essere dannosa.
Con una struttura così complessa, non è davvero possibile limitarsi a intervenire su uno specifico problema ignorando il resto: l’unico approccio possibile è quello olistico.
Lavoriamo insieme?
Con il rolfing, possiamo costruire assieme un percorso tagliato su misura per te, partendo dal tuo problema più visibile, ma dando anche al resto del corpo tutta l’attenzione di cui ha bisogno.
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